L'invenzione di Alessandro Volta

Perché si è sentita la necessità di inventare la “pila”?

Perché nonostante l’elettricità fosse ampiamente conosciuta e studiata ai tempi di Volta, non si riusciva a capire come imprigionarla in un oggetto per poterla usare in un secondo momento.

Alessandro Volta fu uno dei più famosi fisici della storia, nacque a Como il 18 febbraio del 1745, inventò e perfezionò la pila elettrochimica e scoprì le grandi potenzialità del gas metano. Il suo nome è correlato a quello dell’elettricità, infatti ha tra le sue unità di misure il “volt” (V). Volta inizia il suo percorso di ricerca, mettendo in discussione tutto ciò che al tempo si pensava sui fenomeni elettrici. Sviluppò diverse invenzioni che permisero lo sfruttamento di fenomeni elettrici ed altre per misurare in modo accurato l’elettricità, con la speranza di introdurre misure standard di misurazione.

All’età di 55 anni rese pubblica l’invenzione della pila, ma solo dopo anni di attente analisi e osservazioni basate sulla teoria dell’elettricità animale di Luigi Galvani. Quest’ultimo condusse un esperimento con protagonista una rana, dalla quale vennero isolati nervi crurali e midollo, e venne posta ad una certa distanza da una macchina elettrica. Durante lo scocco di una scintilla venne toccato con un bisturi il nervo crurale interno della rana e ci fu un'intensa contrazione dei muscoli delle zampe dell’animale. Da qui ebbe vita  la teoria secondo la quale gli esseri viventi fossero in possesso di un'elettricità intrinseca prodotta dal cervello, propagata tramite i nervi e immagazzinata nei muscoli.

In tal proposito, Volta intuì che l’animale non poteva essere il mezzo di passaggio dell’elettricità, ma i metalli utilizzati.  Volta elaborò quindi diversi esperimenti per produrre una batteria in grado di produrre corrente costante. La versione definitiva era costituita da una colonna di dischi di zinco e rame, con uno strato intermedio di cartone imbevuto di acqua salata o acida. Collegando i due poli con un conduttore elettrico si realizzava un circuito in cui passava corrente continua.

Il 20 marzo del 1800, Alessandro Volta annunciò al mondo questa invenzione scrivendo una lettera alla Royal Society (semplificando: accademia inglese delle scienze).

Dopo la vita di Alessandro Volta, la sua invenzione ha continuato una rapida evoluzione grazie agli sforzi di altre persone.

Oggi, la pila tradizionale funziona convertendo l’energia chimica in elettrica, usando due “semicelle”, una contenente delle sostanze che vengono ossidate, l’altra ospita sostanze che vengono ridotte. Per far in modo che si crei energia, deve avvenire l’ossidoriduzione. Parliamo quindi di uno scambio di elettroni: una semicella li guadagna e l’altra li perde. Non appena nella batteria ci sarà l’equilibrio tra le due parti, la pila sarà scarica e non più utilizzabile.

Oltre alle batterie tradizionali, esistono anche le pile ricaricabili, che si basano sullo stesso principio sul quale si basano le batterie create da Galvani Power!

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